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Intro tratta da The Pill:

Edito
by Davide Fioraso

Siamo finalmente arrivati al 2021. E adesso?

Senza ombra di dubbio il 2020 è stato un anno difficile, complicato. Un anno straordinariamente impegnativo, che ricorderemo per tutta la vita. E che, francamente, non vedevamo l’ora di lasciarci alle spalle.

Adesso, che il 2021 è arrivato, non si può certo dire che la nostra vita sia cambiata molto rispetto a qualche mese fa. Dopo tutto, come ci insegnano la fisica, la filosofia e la scienza, il tempo è solo un concetto relativo. Eppure, questa dimensione con la quale concepiamo e misuriamo il trascorrere degli eventi, può essere qualcosa di potente. Analizzando una serie di cadenze sul nostro stile di vita, i ricercatori dell’Università della Pennsylvania hanno scoperto come impegni atti a perseguire nuovi obiettivi (o a portare cambiamenti positivi) aumentino dopo punti di riferimento temporali come l’inizio di un nuovo anno, l’inizio di un nuovo trimestre o di un nuovo mese. Pensateci: quante volte abbiamo detto “a gennaio ricomincio la palestra”. Questi punti di riferimento, scrivono i ricercatori, “sono l’inizio di nuovi periodi di contabilità mentale che aiutano a relegare le imperfezioni del passato e ad avere una nuova visione d’insieme della nostra vita, motivando le aspirazioni”. Insomma, l’effetto di nuovo inizio. Pensare al 2021 come una nuova partenza ci è servito ad ottenere una spinta motivazionale.

Di certo, non potevamo pretendere una magica risoluzione dei problemi, eppure, come solo una crisi può fare, la pandemia ha aperto la possibilità di un cambiamento sistemico: abitudini, rapporti, lavoro, gestione degli spazi e del tempo. Per capitalizzare questa energia, vale la pena riflettere sulle pratiche positive che abbiamo sviluppato nel 2020 e che possiamo portare in questo nuovo anno. Un ottimo esempio lo fornisce Sigal Samuel in un articolo su Vox, citando otto abitudini che i lettori hanno affermato di voler mantenere: acquistare meno cose, prediligere azioni e consumi responsabili, rallentare e mettere meno pressione su noi stessi, dare priorità alla famiglia e agli amici, svolgere esercizio fisico quotidiano, cucinare e fare giardinaggio regolarmente, lavorare da casa e trascorrere più tempo nella natura. In nessun modo stiamo suggerendo che il 2020 sia stato un anno da prendere d’esempio. Ma perché non salvare quanto di buono ha portato?

Rifletti. Quali cattive abitudini hai evitato durante questi tempi difficili? E quali buone abitudini hai iniziato? Come è cambiata la visione delle tue priorità? Puoi continuare a sostenere questi cambiamenti, anche se il mondo intorno a te sembra tornare lentamente alla normalità?

Questi otto punti, riportano alla mente ciò che Jon Kabat-Zinn, biologo e scrittore statunitense, chiama semplicità volontaria: spostarsi meno possibile, vedere, fare, acquisire di meno per poter avere di più. Kabat-Zinn è un realista e riconosce i limiti che la maggior parte di noi deve affrontare per vivere in questo modo. L’affitto da pagare o i bambini da sfamare sono esigenze reali, non un interruttore che si può disattivare. “Non puoi controllare tutto” scrive “ma scegliere la semplicità, ogni qualvolta sia possibile, aggiunge alla vita un elemento di libertà più profonda e molte opportunità per scoprire che meno può effettivamente essere di più.”

Il 2020 è stato caratterizzato da una notevole semplicità involontaria. Sta a noi, avendone la possibilità, convertire in volontarie azioni e aspetti della nostra vita che abbiamo sperimentato. L’effetto del nuovo inizio può essere qualcosa di potente ed uno stimolo per sostenere i cambiamenti.

La fragilità della natura
Un ghiacciaio coperto da un telo che dovrebbe proteggerlo, aiutarlo a non sciogliersi troppo velocemente impedendo così danni irreparabili. Un monito di quanto la natura che ci circonda sia vulnerabile. Quale futuro stiamo plasmando per i nostri figli?

Simon Messner
Si definisce un “ritardatario”. Ma il ritardo di cui parla si riferisce alla sua storia d’amore con l’arrampicata. A 16 anni però scopre l’alpinismo e la situazione cambia rapidamente. Scalare è ora per lui una cosa naturale.

Purple & Green
Il compromesso è una bella invenzione di cui non possiamo più fare a meno. Concede alla nostra coscienza un po’ più di libertà di movimento perché, alla fine, qualunque cosa facciamo ne annulla un’altra e anche le scelte buone hanno delle conseguenze negative.

Ricominciare per non ricostruire
Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre una valanga ha travolto e distrutto il rifugio Pian dei Fiacconi di Guido Trevisan. Ma lui non vuole limitarsi a ricostruire il rifugio, vorrebbe che la Marmolada diventasse davvero la Regina delle Dolomiti.

Few Lines
“Sciare è come danzare, ha un ritmo che scorre continuo, crea delle linee indistinguibili eppure precise, devi solo trovare il tuo modo di percepirlo.” Linee e semicerchi più o meno perfetti che esprimono il ritmo continuo di quello scorrere che tanto cerchiamo di capire.

Dolomitiche 2.020
“Apri la porta e vai” è un mantra che ci ricorda che tutto quello di cui abbiamo bisogno è là fuori, anche in un momento in cui muoversi è pericoloso. Nasce così DoloMITICHE, con l’intento di svelare una piccola parte del “museo a cielo aperto” che sono le Dolomiti.

Zermatt to Verbier
Da Zermatt a Verbier ripercorrendo le tracce della famosa gara Patrouille des Glaciers. Alcuni dei più noti e forti freerider internazionali hanno seguito il percorso d’alta quota, trascorrendo dei giorni epici su alcune delle vette più imponenti delle Alpi.

L’ultima sfida dell’inverno
Si sono aspettati qualche metro sotto la cima prima di proseguire come un’unica squadra verso il punto più alto. Gli ultimi passi li hanno compiuti cantando l’inno nazionale nepalese, poi si sono lasciati andare alla gioia del momento mentre il tramonto li cingeva.

Nirmal Purja
Ex membro delle squadre speciali inglesi Nirmal Purja è l’uomo dei record in altissima quota. Dei 10 alpinisti che hanno realizzato la prima invernale assoluta del K2, è l’unico a essere salito senza utilizzare bombole d’ossigeno.

Punto di non ritorno
Italo Tendesane, curriculum incredibile e personalità talmente umile che neanche si definisce un vero alpinista. È buffo invece come al giorno d’oggi basti comprare uno zaino vintage con una patch “The mountains are calling” per autoproclamarsi esploratori capaci d’imprese eroiche.

Rediscovering Liguria
L’inverno a cavallo tra il 2020 e il 2021 in Liguria verrà ricordato per una serie di nevicate che hanno trasformato il paesaggio conferendogli tonalità norvegesi. Uno modo per ripartire da una maggiore consapevolezza delle bellezze nascoste nei territori che abitiamo.

The North Face x Gucci
La collaborazione più attesa e chiacchierata di questa stagione. Quello che ci troviamo di fronte è un inno al coraggio estremo e vibrante, frutto di un intenso lavoro di sperimentazione, risultato di una fusione estetica e concettuale.

Omar Di Felice – Rapito dal freddo
Ama pedalare al freddo, mettersi alla prova con temperature limite esplorando territori nuovi e insoliti. Dopo un breve accenno di carriera professionistica, Omar Di Felice ha scelto di dedicarsi a qualcosa di ancora più estremo, l’ultraciclismo.

Paolo Marazzi: quando la passione diventa ossessione
Una pala gialla molto strapiombante, una roccia a cubetti. Drink, cliff, fuck, repeat è la nuova via aperta da Paolo Marazzi. Perché anche sulle montagne di casa si possono ottenere molte soddisfazioni per chi fa dell’alpinismo uno stile di vita.

Will Gadd’s Neverland
Alpinista, scalatore, guida alpina. Nel 2020 torna in cima al Kilimangiaro ma davanti a lui trova una montagna completamente cambiata. Stiamo perdendo la lotta contro il riscaldamento globale, ma forse c’è ancora qualcosa che possiamo fare per invertire la tendenza.

Copertina in collaborazione con SCARPA, in omaggio all’impresa portata a termine da Nirmal Purja (e la sua crew): la conquista del K2 in inverno.


Fonte e Immagini: The Pill

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